Kiev 2018
Kiev 2018
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Approfittando del mio ritorno a Kiev, mi ero posto alcuni obiettivi.
Il primo era andare alla base “Long Range Air Museum”, a Poltava. Ovviamente vedere dal vivo un Tu-95D “Bear” e l’ultimo Tu-160 “Blackjack” in mano ucraina (demilitarizzato) sarebbero stato ideale complemento alla visita dello scorso anno all’aeroporto di Zhulyany.
Purtroppo la distanza della città, 4 ore per andare e 4 per tornare con treno o autobus, ed una sfumata gita con un amico di mia moglie mi hanno fatto spostare il tutto al prossimo anno.
La seconda era, restando a Kiev, visitare lo Stadio Start e il “museo della Grande Guerra Patriottica”, che per l’Ucraina è la II Guerra Mondiale.
Sebbene lo Stadio Start sia in rovina da tempo, mi soffermo solo un momento per ricordare a tutti che cosa fu: tutti avrete visto il film con Stallone “Fuga per la vittoria”. Ovviamente molte cose furono romanzate per chiare ragioni, ma in questo stadio si svolse esattamente quanto narrato, ma con attori e fine diverse.
Non dico molto, Wikipedia racconta bene la vera storia, suffragata a Kiev dai racconti di amici che sapevano bene tutto, però ho voluto andare per rendere onore da sportivo a chi è morto per la sua nazione. La Start vinse, e molto pesantemente sui tedeschi, che non la presero bene ed uccisero gran parte della squadra. Lo stadio conserva ancora una stele a ricordo del fatto, che ogni anno viene ricordato nelle loro celebrazioni per la vittoria. Per loro è lo spirito libero ucraino, “noi non ci piegheremo mai”.
Scusate questa divagazione. La giornata piovosa e fredda era una cornice che definirei perfetta per questa visita.
Lo stesso giorno, al pomeriggio, l’uscita di un timido sole, ha convinto mia moglie ad accompagnarmi al Museo della Grande Guerra Patriottica.
Sovrastato dalla Rodina Mat (la Madrepatria), statua di oltre 100 metri che domina tutta Kiev, nel tempo è stato arricchito anche di mezzi più moderni, dato che loro considerano con lo stesso nome la guerra in Crimea e nella città di Donetsk, da molti ormai scordata ma ancora latrice di morte e disperazione. Ogni giorno i cecchini fanno il loro lavoro e si piange da entrambe le parti.
In particolare viene ricordata la battaglia, vinta dagli Ucraini nel 2014, per l’aeroporto di Donetsk, 242 giorni di assedio contro separatisti e truppe russe. Molti mezzi provengono da là.
Una curiosità sulla statua: la punta della sua spada è stata tagliata, dopo la caduta del Blocco Est, per non superare in altezza un monastero ortodosso dello stesso distretto di Pecersk.
Tornando al Museo, di cui ho documentato la sola parte dei mezzi (la visita all’interno del Museo è stata veloce, in quanto doveva essere chiuso alle 17.00 e là sono piuttosto rigidi. I mezzi potevano essere visitati fino alle 18.00), è molto grande, con ampi spazi e scarno personale.
Pagando l’equivalente di 1 euro e poco più cadauna, si poteva accedere ad una delle parti del Museo. E’ diviso in tre parti (Crimea, II Guerra, Storia e I Guerra Mondiale). Poi pagando un paio di euro potevi fotografare tutto e con un altro euro salire sui mezzi preparati: un elicottero d’attacco Mi-24 Hind, un Li-2, meglio noto come la copia del Dakota ed un Mig-23 Flogger.
La pioggia mattutina mi ha impedito di salire a bordo del Mig, anche se sono stato fortunato dato che l’inserviente mi ha sentito parlare (in inglese) ad un signore (svedese) che voleva sapere la differenza dal Dakota, mi ha capito almeno in parte (ed ha visto il mio cappellino PVI Combat!) e quando ho chiesto tramite la mia signora se potevo, anche pagando, fare delle foto vicino al Mig…mi ha detto di si, raccomandandosi di non andare in cabina.
Quindi mi sono avvicinato dapprima all’Hind e ne ho fotografato il posto di pilotaggio e le varie gondole d’arma, mentre non so perché non me la sono sentita di salire dentro l’angusto posto di pilotaggio, una sensazione che non ho saputo spiegarmi. Ho fatto le foto dall’esterno.
Poi, passando in rassegna i moltissimi mezzi blindati ed i diversi missili, sono arrivato ai piedi del Li-2. Ci hanno fatto salire (ripido dentro…), vedere un documentario in lingua russa e poi ci hanno lasciato sedere nella cabina di pilotaggio per le foto. Scarnissimo, quasi tutto il pannello di controllo era privo di strumenti, ma bella sensazione.
Ancora, un Mig-17 ed un Mig-21 (solo fotografabili) sono allineati vicino al grosso velivolo, con il Mig-23, di cui ho detto poco fa. Sono salito fino alla cabina ed ho scattato un paio di foto, mentre ne ho fatte diverse, panoramiche, del cacciabombardiere.
Da ultimo un piccolo caccia ad elica Yak-9, tutti in livrea mimetica ucraina.
Certo, rapportato a quanto visitato lo scorso anno a Zhulyany è molto poco, ma si tratta di un Museo importante e della Storia che ben conosciamo. Molto belli i bassorilievi che campeggiano ovunque, dove ci sono raffigurate quelle piccole scene, tipicamente sovietiche (il Museo è stato inaugurato nel 1981 da Brezhnev), ove le figure sono ritratte con piglio fiero e coraggioso, intente a combattere l’invasore, che si tratti di soldati o di contadini.
La statua era visitabile nei due livelli (36 e 91 metri di altezza), ma era chiusa a causa della pioggia caduta al mattino ed anche per il forte vento. E’ tutto situato in una collina e per ragioni di sicurezza solo con condimeteo perfette fanno fare la salita in cima.
Di certo tornerò il prossimo anno per completare la visita, la collezione vanta oltre 17.000 pezzi unici, magari andando alla mattina…
Vincenzo Giagheddu
Backdoor – I-GIAK